Per chi è in vacanza al mare, nelle calde giornate estive non c’è niente di meglio che un bel bagno rinfrescante. Tuttavia, negli ultimi anni, nei nostri mari è stato registrato un sensibile aumento di meduse che possono mettere a rischio l’incolumità di adulti e bambini. Questi animali marini non ci “pungono”, siamo noi che ci scontriamo con i loro tentacoliche contengono le cnidocisti, piccoli organi urticanti. Prurito, bruciore e dolore sono alcuni effetti del fastidioso contatto.
Cosa fare nel caso di contatto?
- Rimanere tranquilli, non farsi prendere dal panico, avvicinarsi alla riva e uscire dall’acqua.
- Sciacquare la zona irritata con l’acqua di mare, per pulire la pelle da parti di medusa rimaste attaccate e per diluire la tossina non ancora penetrata. No all’ acqua dolce, che può favorire la diffusione delle tossine.
- Dopo aver pulito e sciacquato la zona urticata, bisogna applicare un gel a base di cloruro di alluminio, che blocca la diffusione delle tossine e lenisce la sensazione di prurito.
- Niente sole per qualche giorno sulla parte colpita. Nella fase di guarigione l’arrossamento lascia il posto a un’iperpigmentazione, che i raggi ultravioletti potrebbero rendere duratura. Per evitare antiestetiche macchie scure, usa una crema a filtro totale.
- Se il contatto con i tentacoli provoca sintomi preoccupanti (reazione cutanea diffusa, difficoltà respiratorie, vomito, crampi, forte mal di testa) la soluzione migliore è recarsi al pronto soccorso.
Cosa non fare?
- Non strofinare la zona colpita con sabbia o con una pietra tiepida.
- No ad ammoniaca, urina, aceto, alcol che potrebbero ulteriormente infiammare la parte colpita.
- Non grattarsi, per evitare di rompere eventuali nematocisti residue, liberando ulteriore veleno.
- No a creme al cortisone o antistaminiche: sono inutili perché entrano in azione solo dopo circa 30 minuti dall’applicazione e cioè quando la reazione è già naturalmente esaurita.