Per essere in grado di parlare di dermatite in un bambino dobbiamo prima di tutto fare un passo indietro e chiarire il significato della parola eczema, perché è facile confondere tali problematiche; con questo termine infatti si fa riferimento ad alcune condizioni in cui la pelle è rossa, irritata e presenta occasionalmente delle piccole bolle che diventano umide. L’eczema è la conseguenza di una dermatite atopica, a volte chiamata anche eczema infantile, sebbene colpisca bambini di diversa età. L’eczema è cronico e determinato da diversi fattori di derivazione immunologica, come le reazioni allergiche e di tipo non immunologico, come disturbi del metabolismo lipidico cutaneo, infezioni batteriche secondarie, irritazioni causate da vestiti e detersivi, clima fresco e secco. Dermatite vuol dire, a sua volta, che la pelle è infiammata, rossa e irritata; pelle atopica, invece, sta a significare una predisposizione genetica ad una pelle eccessivamente sensibile ad alcuni allergeni come polline, muffa, polvere, pelo di animale e alcuni cibi. Circa un bambino su dieci sviluppa l’eczema e i sintomi tipici compaiono entro i primi cinque mesi di vita; la buona notizia è, però, che più della metà dei bambini che sviluppano la dermatite atopica risolvono il problema durante l’adolescenza.
“Cosa sente il mio bambino?”
Ovviamente questa è una delle domande più ricorrenti che una mamma si pone soprattutto quando il suo bambino è nel primo anno di vita; i sintomi sono quelli della pelle rossa, che prude, secca e con piccole bolle sulle guance, la fronte e il cuoio capelluto. Il prurito è davvero un sintomo costante così come la secchezza cutanea e il bambino, non parlando, piange ed è irritabile, fatica a dormire e gli dà fastidio il contatto con i vestiti; man mano che il bambino cresce, l’eczema diventa più secco e la pelle sempre più pruriginosa.
“Ma il mio bambino soffrirà per sempre di tale malattia?”
Purtroppo la dermatite atopica e l’eczema sono per definizione cronici e come tali non è possibile guarirne definitivamente, sebbene in molti casi i sintomi si attenuino fino alla scomparsa per mesi, così come invece possono comparire delle ricadute in età adolescenziale o in quelle adulta.
Terapia classica
Il protocollo di terapia prescritta dai medici in caso di presenza di tale malattia è un cocktail a base di corticosteroidi locali, quindi in crema da applicare sulle zone della cute interessate dalla dermatite, e antibiotici orali o antistaminici nei casi più gravi.
Prevenire è meglio che curare
La dermatite atopica non è contagiosa, quindi non è necessario tenere il bambino interessato lontano dagli altri; comunque, dato che i ricercatori ritengono che possa avere una derivazione di tipo ereditario, è meglio evitare di farla peggiorare riducendo il contatto con sostanze che possano risultare irritanti, quali il polline, l’aria troppo fredda o secca, il pelo di animale, la polvere, fumo di tabacco, alcuni saponi e detergenti e così via. Recenti studi genetici suggeriscono che la causa iniziale per almeno la meta dei casi di dermatite sia una barriera epidermica difettosa o mancante e quindi è messa in evidenza l’importanza di mantenere la barriera epidermica intatta attraverso l’uso frequente di idratanti.
La medicina naturale: un aiuto?
Gli oligominerali attivano i complessi enzimatici nei quali essi costituiscono dei cofattori sciolti; uno di questi è lo zinco che sembra essere indicato nella dermatite atopica per il fatto che bassi livelli di questo elemento sono comuni in questa patologia. Il dosaggio nei bambini è di 1,5mg, mentre negli adulti si può arrivare fino a 50mg al giorno. Un altro rimedio ottimo è l’olio di enotera, perfetto perché contrasta l’infiammazione cutanea e tale azione viene potenziata da una dieta a basso carico glicemico che contenga tanto pesce ricco di omega-3. Ancora, è molto importante l’utilizzo della vitamina E sia a livello topico che orale: migliora la pelle irritata, secca, arrossata, sensibile e la risposta immunitaria dell’organismo in generale.