Proprietà terapeutiche, effetti collaterali e interazioni della liquirizia

La liquirizia è storicamente una delle piante più largamente studiate e utilizzate grazie alle sue innumerevoli azioni come quella edulcorante e aromatizzante, antiradicalica, antiulcerosa, antiallergica che permettono di usare preparazioni contenenti l’estratto delle radici di Glycyrrhiza glabra per trattare diversi disturbi che interessano differenti distretti corporei.

La droga di questo arbusto è rappresentata dalle radici e dagli stoloni, ovvero dal sistema radicale che è molto sviluppato.

Il nome botanico della liquirizia, Glycyrrhiza glabra, significa radice dolce priva di peli, infatti in essa è contenuto, tra gli altri, un saponoside, la glicirrizina che risulta essere 50 volte più dolce del saccarosio.

Troviamo l’estratto di liquirizia negli edulcoranti naturali, molto spesso nei prodotti per il trattamento delle alte vie aeree grazie all’azione espettorante delle saponine triterpeniche in essa contenute.

Oltre alle saponine triterpeniche come la glicirrizina che sono i componenti principali della droga, il fitocomplesso è caratterizzato anche dalla presenza di flavonoidi come la liquiritina che danno il colore giallo alla radice, cumarine come l’umbelliferone, polisaccaridi, zuccheri, isoflavoni.

L’attività anti-ulcera, anti-gastritica è correlata alla presenza di acido glicirretico che si forma a partire dalla glicirrizina che viene trasformata in seguito a somministrazione orale, una volta raggiunto l’intestino, ad opera della flora intestinale. L’acido glicirretico agisce aumentando la concentrazione di prostaglandine per inibizione degli enzimi 15-idrossi-prostaglandino deidrogenasi che degradano appunto le prostaglandine.

Aumentando la concentrazione di prostaglandine avremo una maggiore produzione di muco e una diminuita produzione di gastrina a livello della mucosa gastrica a cui si aggiunge l’effetto anti-pepsina relativo ad alcuni composti secondari dell’estratto di liquirizia con effetto protettivo delle cellule dello stomaco.

Tutti questi effetti provocano un tangibile miglioramento dei disturbi del paziente.

L’altra importante applicazione dei derivati della liquirizia è a beneficio del derma, infatti preparazioni topiche vengono applicate in caso di dermatiti, eczemi, dermatite atopica e dermatiti di natura allergica in quanto riduce la secrezione di citochine pro-infiammatorie, di istamina, con una riduzione dell’entità dell’infiammazione paragonabile ai cortisonici di media potenza.

Gli effetti collaterali possono manifestarsi in seguito a una prolungata assunzione di preparazioni o anche di integratori contenenti considerevoli quantità di estratto. Essi sono da ascrivere alla capacità della liquirizia e in particolare dell’acido glicirrizico di aumentare i livelli di cortisolo per l’azione di inibizione a carico della 11-beta-idrossisteroido deidrogenasi (11β-HSD) impedendo così la trasformazione del cortisolo a cortisone. Il cortisolo in elevate concentrazioni aumenta a livello renale l’effetto dell’aldosterone (perché presenta affinità per il recettore dell’aldosterone stesso) con conseguente aumento del riassorbimento di sodio a livello del tubulo distale, ritenzione idrica e ipertensione e un aumento della perdita di potassio.

Per questi motivi l’assunzione di liquirizia è sconsigliata in soggetti con ipertensione, aritmie e ipopotassemia e in tutte le persone in cura con diuretici tiazidici e con lassativi perché si aumenterebbe la perdita di alcuni elettroliti. È inoltre sconsigliata l’associazione con contraccettivi orali visto che ne potenzia l’effetto ipertensivo.

Inoltre la glicirrizina aumenta l’attività del citocromo P450 alterando la concentrazione di metabolita attivo di altri farmaci metabolizzati dallo stesso citocromo.

Riduce il legame alle proteine plasmatiche di farmaci come warfarin e salicilati aumentandone la quota libera e quindi l’effetto.

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/31874059/

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC7123875/

 

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